giovedì 13 giugno 2013

Un fulmine a ciel sereno sui Comuni e i cittadini, l’ennesimo.

Ennesima tegola sui cittadini della provincia di Caserta: la Gisec spa (società che gestisce gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti per conto della Provincia di Caserta) fa sapere a tutti i Comuni della Provincia di Caserta che il costo del conferimento della frazione differenziata dei rifiuti per il 2013 sarà maggiorata di ben 35 euro a tonnellata. Il provvedimento è stato approvato il 29/05/2013 dall’assemblea della società, e non fa distinzione tra Comuni che attuano la raccolta differenziata e quelli che non lo fanno. Tutti si vedranno aumentare la bolletta.
 E se è possibile ancora più assurde appaiono le motivazioni a corredo del provvedimento. L’aumento, infatti scaturirebbe dall’acquisto da parte della Regione Campania dell’ inceneritore di Acerra, costruito dalla FIBE (Impregilo) con gli incentivi del Cip6 (cioè il 7% delle bollette dell’energia elettrica che dovrebbe servire a incentivare le fonti  rinnovabili) e acquistato dall’ Ente Regionale Campano al costo di 355 milioni di euro. I Campani insomma, avrebbero pagato per ben tre volte lo stesso impianto.
Ma gli inceneritori non dovevano portare beneficio anche economico  ai cittadini?  E’ possibile che a dover pagare gestioni scellerate siano i Comuni che saranno costretti a tassare inevitabilmente ed in modo ulteriore i cittadini per non vedere bloccato il servizio? 
Oltretutto tale decisione cade in un momento storico di forte crisi, oltremodo aggravato dall’introduzione da parte del Governo Monti della Tares, che ha già costretto le Amministrazioni Comunali a prevedere per il 2013 un aumento di 30 cent/mq sul servizio . I due aumenti sommati produrranno una bolletta per il servizio rifiuti incredibilmente alta e sicuramente insostenibile dalla maggioranza delle famiglie.
E c’e un terzo fattore da tenere in considerazione: i Comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata (65% per il 2012) vedranno aumentare ulteriormente i costi dello smaltimento del secco indifferenziato. Considerato che le Amministrazioni locali per circa due anni si sono trovate tra due fuochi: da una parte un Cub inefficiente che producendo continui disservizi ha pregiudicato le percentuali di raccolta differenziata e dall’altro la Regione che imponeva di continuare a gestire i rifiuti attraverso il carrozzone.
Ci attiveremo con ogni mezzo a nostra disposizione all’interno delle istituzioni per capire da dove realmente arriva tale decisione e per confrontarci al più presto con la Gisec e le Istituzioni competenti.
Abbiamo già raccolto sul tema la convergenza del PSI ed in particolare del consigliere regionale Oliviero ed insieme promuoveremo una iniziativa pubblica, estendo l’invito a tutti gli amministratori locali, per combattere uniti contro l’ennesima ingiustizia ai danni dei cittadini di Terra di lavoro.
E’ tempo che nella nostra Provincia si inverta totalmente la concezione dello smaltimento dei rifiuti e che questo ciclo si adegui sempre più all’idea lanciata dalla proposta di legge Rifiuti Zero per rendere tale servizio compatibile con le risorse del pianeta e per ridurre drasticamente la percentuale dei rifiuti non riciclabile. “

Coordinamento Provinciale Amministratori Sinistra Ecologia e Libertà



giovedì 6 giugno 2013

Interrogazione parlamentare sul rispetto della parità di genere

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00639
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 25 del 29/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/05/2013
Destinatari
Ministero destinatario:
·         MINISTERO DELL'INTERNO
·         MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA', LO SPORT E LE POLITICHE GIOVANILI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 29/05/2013
Stato iter: 
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00639
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Mercoledì 29 maggio 2013, seduta n. 25
SCOTTO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che: 
Falciano del Massico è un piccolo centro (inferiore ai 5.000 abitanti) della provincia di Caserta, dove lo scorso anno si sono tenute le elezioni amministrative;
 
la lista vincente, di centro-destra, è risultata essere «Il Gabbiano», che sosteneva il dottor Giosuè Santoro per la carica di sindaco e che vedeva al suo interno solo candidature maschili al consiglio comunale;
 
la giunta varata dal sindaco Santoro risultava anch'essa composta da soli uomini;
 
un gruppo di donne di Falciano, unitamente alla coordinatrice regionale delle donne del PD, presentava quindi ricorso al Tar Campania contro il sindaco di Falciano del Massico, per violazione degli articoli 3, 4 e 51 della Costituzione, violazione e falsa applicazione dell'articolo 6 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 e violazione e falsa applicazione dell'articolo 1 del codice per le pari opportunità tra uomo e donna di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006;
 
il sindaco, ventiquattro ore prima della discussione in camera di consiglio del ricorso proposto contro i provvedimenti sindacali di nomina degli assessori, revocava la giunta comunale, presentandosi così all'udienza del Tar fissata il 26 settembre 2012 con le dimissioni della giunta, e portando così il tribunale a pronunciarsi conseguentemente con una sentenza di rito e di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, ed evitando in tal modo una decisione nel merito;
 
l'8 ottobre 2012, a seguito di una procedura di consultazione pubblica, il sindaco Santoro procedeva a rinominare gli assessori della precedente giunta;
 
la senatrice Annamaria Carloni a seguito di tali eventi produceva un'interrogazione ai Ministri per le pari opportunità e dell'interno (legislatura XVI atto di sindacato ispettivo n. 4-08828 pubblicato il 5 dicembre 2012 nella seduta n. 850) a cui non è pervenuta risposta;
 
lo stesso gruppo di cittadine di Falciano hanno portato avanti la loro battaglia inoltrando un ricorso straordinario al Capo dello Stato per ottenere l'annullamento del decreto sindacale dell'8 ottobre 2012;
 
il comune, avvalendosi delle facoltà previste dalla normativa vigente, ha chiesto di procedere nel giudizio presso il Tar Campania, dove a breve sarà fissata l'udienza;
 
in data 25 maggio 2013 le ricorrenti inviavano lettera al Dipartimento per le pari opportunità, chiedendo che si intervenga prontamente sui fatti narrati;
 
l'atteggiamento e le scelte del sindaco Santoro, prima nella formazione della lista che lo ha sostenuto alle elezioni amministrative e poi nella nomina della giunta comunale, appaiono all'interrogante in palese violazione delle normative vigenti riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna;
 
il sindaco Santoro si è chiaramente sottratto al giudizio del Tar Campania revocando la giunta poche ore prima dell'udienza in camera di consiglio e rinominandola poi al completo, poche settimane dopo, con gli stessi assessori;
 
il sindaco, prima di rinominare gli stessi uomini che avevano composto la giunta appena dimessasi, avviava una consultazione pubblica al termine della quale con una delibera affermava che «a Falciano del Massico non ci sono donne che possono ricoprire la carica assessorile» –:
 
quali iniziative di competenza, anche normative, si intendano adottare affinché sia assicurato il rispetto della parità di genere nella gestione della
 res publica nei comuni al fine di evitare che si verifichino casi come quello di Falciano del Massico. (4-00639)