martedì 15 maggio 2012

Sel Santa maria C.V.: Area ex-Macello comunale. Quale futuro?

Dopo che è stato reso noto che non verrà più realizzata la caserma dei Carabinieri nell’area in cui sorge l’ex Macello Comunale resta da capire che futuro è stato pensato per la struttura, oggi nel degrado e nel totale abbandono.
Lo stato in cui oggi versa non è davvero tollerabile: al suo interno sono stipati rifiuti di ogni genere, in parte connessi alla vecchia attività svolta tra quelle mura, ma anche dovuti alla malsana abitudine delle Amministrazioni Comunali di utilizzare le strutture dismesse, di proprietà della cittadinanza, per ammassare e accantonare i materiali in disuso, piuttosto che smaltirli, facendole diventare delle piccole discariche a cielo aperto.
Va poi aggiunto che anche per questa struttura il rischio amianto risulta non trascurabile, visto che come tutti i manufatti industriali del periodo, ha coperture in quel materiale che, se non correttamente mantenute, rappresentano un potenziale pericolo per tutti gli abitanti delle zone limitrofe.


Ci chiediamo dunque che idea ha la nostra Amministrazione cittadina sull’ex Macello Comunale.
Noi del Circolo cittadino «Enrico Berlinguer» di Sinistra Ecologia e Libertà abbiamo una nostra proposta, per il recupero, la valorizzazione e la restituzione della struttura alla cittadinanza.

Gli edifici dell’ex Macello rappresentano la testimonianza di una realtà lavorativa ed industriale nella nostra città, punto di riferimento in un passato piuttosto recente per i commercianti di animali e di carni di tutto il circondario cittadino. Oggi, a seguito dell’espansione del nostro Comune degli ultimi vent’anni, occupano un’area di estrema importanza perché posta al ridosso del centro cittadino, a pochi metri dall’aulario della Facoltà di Giurisprudenza e nel punto di collegamento con la “nuova” Santa Maria Capua Vetere, quella dei parchi densamente popolati del Quartiere C1 Nord, quella dei locali, dei bar, delle gelaterie, della movida cittadina.
Escludiamo a priori la possibilità di abbattimento della struttura perché andrebbe a cancellare un pezzo del passato della nostra Città e innescherebbe una nuova corsa alla speculazione edilizia, di cui siamo davvero stufi.
Proponiamo invece la bonifica ed il recupero dello spazio in cui sorge l’ex Macello e la destinazione d’uso della struttura ristrutturata per finalità d’uso sociale.
In particolare pensiamo alla realizzazione di uno spazio culturale e di aggregazione sociale gestito dal Comune, una Casa della Cultura, sede di un Auditorium cittadino, di una Mediateca, di aree conferenze, aree teatro, aree musicali, in cui educare all’arte mediante corsi di teatro, musica, pittura, danza, etc…
Esempi di riconversione di strutture come gli ex mattatoi comunali sono innumerevoli lungo la nostra penisola (per non parlare di quanto si fa in Europa): strutture sociali per la cittadinanza sono state realizzate nelle maggiori città italiane (Bologna, Roma, etc..), ma anche in realtà a noi molto vicine come Maddaloni.
Il tutto è stato permesso oltre che dallo spirito propositivo della politica e delle amministrazioni locali, anche dalla capacità e dalla prontezza di diversi Settori dei Comuni, che grazie a dirigenti ed impiegati illuminati sono riusciti a convogliare i fondi messi a disposizioni dalla Comunità Europea, dal governo nazionale e regionale, che ne hanno garantito la copertura finanziaria.

A tal fine nelle prossime settimane organizzeremo iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza sul problema, informandola dello stato di dissesto e sottoponendole la nostra proposta, cercando e chiedendo sostegno e appoggio a tutti coloro (persone, movimenti e/o associazioni culturali) che vogliono che i Cittadini si riapproprino della Città, che credono ancora che il rilancio di un Paese parta dal rilancio della Cultura.
Contestualmente procederemo ad una raccolta di firme da indirizzare all’Amministrazione Comunale ed in particolare agli Assessori all’Ambiente e alla Cultura, invitandoli a prendere in esame e recepire la nostra proposta.

Invitiamo fin da ora i nostri Amministratori ad essere più sensibili ed avere una maggiore attenzione verso le esigenze di aggregazione sociale: è una domanda questa da troppo tempo trascurata. Riteniamo incomprensibile come non si sia investito lungo questa direttrice in questi ultimi dieci anni di permanenza della Seconda Università di Napoli nella nostra città. Nonostante una massiccia affluenza di studenti, personale amministrativo e docente, che giornalmente si riversa a Santa Maria Capua Vetere, nulla è stato realizzato per creargli degli spazi di incontro, che permettesse ed incentivasse loro a fermarsi e godere della permanenza nell’area sammaritana, anche oltre gli orari di lezione o di lavoro. Si è preferita ad un’utenza intenzionata a mettere radici sul territorio, una “mordi e fuggi”, da spremere poco e subito.
Si è perpetrato lo stesso errore fatto con il Tribunale, rendendo Santa Maria Capua Vetere un luogo di passaggio: noi non vogliamo questo e vogliamo lottare affinchè la nostra Città sia bella, godibile, amata oltre che da chi ne ha avuto i natali, anche da coloro che la vivono ogni giorno, e torni ad essere luogo di richiamo, accoglienza e di incontro.

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