mercoledì 15 giugno 2011

SEL e la strada maestra delle primarie


Dopo gli ultimi responsi elettorali, amministrative e referendum, appare evidente che la maggioranza politica che ha governato il Paese negli ultimi 3 anni ha sostanzialmente perso il consenso della maggior parte degli italiani. Ciò significa che le profonde crepe apertesi tra i partiti della coalizione potrebbe portare ad una fine anticipata della legislatura.
Conseguentemente l’opposizione, e i partiti di centro-sinistra in particolare,  sono chiamati fin da subito alla costruzione di un quadro politico tale da renderlo pronto ad affrontare una eventuale  campagna elettorale.
A tal fine appare essenziale che un eventuale schieramento alternativo a questo governo, in specie i partiti del centro-sinistra, hanno il dovere di individuare quanto prima una leadership e candidature condivise ed incisive.
La strada delle Primarie resta oggi lo strumento più efficace e democratico per la selezione e l’individuazione di un candidato alla Presidenza del Consiglio, che possa contare sul sostegno ampio e convinto delle forze. che lo sostengono.
 Sinistra Ecologia e Libertà, con la scelta di condividere appieno lo strumento delle primarie, ha dimostrato di voler contribuire fattivamente alla costituzione di una sinistra maggioritaria in grado di porsi quale forza di governo.
Purtroppo alcuni risultati deludenti conseguiti durante le ultime amministrative, come   a Caserta e nella sua provincia hanno aperto un dibattito, come è giusto che sia in una formazione politica democratica,   sia interno, tra gli iscritti, sia all’esterno, tra i simpatizzanti, sulle cause e sulle misure conseguenti da prendere dopo questo l’esito non particolarmente brillante in alcuni comuni.
Un dibattito articolato e sincero si è avuto nell’ultima Assemblea provinciale di SEL, dove alcuni circoli hanno sottolineato, tra le cause principali di questo risultato, quella dell’alleanza con il PD, partito che si è dimostrato alla prova dei fatti poco trainante e scarsamente radicato su questo difficile territorio.
Senza entrare nel merito delle problematiche del PD, la cui soluzione attiene  ai suoi organismi politici, va invece dibattuto il percorso politico intrapreso da SEL, e l’adesione ad un progetto di governo ampiamente condiviso.
Molti dei successi del partito derivano proprio dal fatto che Vendola ha avuto la capacità di indicare una strada maestra per far uscire la sinistra da una storica marginalità, sia elettorale che politica, evitando di relegarla in un ruolo autoreferenziale, ma scarsamente incisivo. E aver compreso che lo steccato tra un partito, o più partiti, della sinistra, con un partito di centro-sinistra, andava abbattuto rimettendo in gioco tutte le risorse, le intelligenze e le energie delle sinistre nel suo insieme.
Per far ciò ha indicato il sistema delle primarie come strumento principe per l’individuazione dei candidati alle cariche politiche e amministrative, sia a livello nazionale che locale. Pur avendo ben presente che tale scelta avrebbe da un lato generato qualche disorientamento in una base avvezza a distinguere nettamente la sinistra dal centro-sinistra, e dall’altro a risultati elettorali di Sel ‘a macchia di leopardo’, dove le percentuali di consenso al nostro partito ne avrebbero risentito in modo contingente a livello locale.
Ciò è quanto è avvenuto a Caserta, dove, nonostante la consapevolezza di allearsi, a livello locale, con un PD alquanto debole, la scelta è stata fatta proprio per coerenza con un disegno nazionale che dovrà portare alla candidatura alle primarie dei soggetti più rappresentativi del panorama della sinistra, tra cui Nichi Vendola. Scelte diverse, disarticolate rispetto ad un disegno generale di questo tipo, avrebbero sicuramente portato ad intercettare maggiori percentuali di consenso locale, ma avrebbero irrimediabilmente pregiudicato il disegno politico generale di dare una prospettiva di governo ad una sinistra finalmente maggioritaria.
Lo stesso fatto che il PD, dopo i deludenti risultati in alcune aree del Paese, stia ulteriormente incentivando il ricorso alle primarie anche per selezionare la sua nuova classe dirigente, la dice lunga sulla incisività di un metodo democratico ed efficace di individuazione di leader e candidati. 
SEL, e i suoi sostenitori, devono quindi scrollarsi di dosso sia le vecchie liturgie di apparato, sia il pregiudizio politico verso il mondo politico cosiddetto progressista, che in questi anni ha portato la sinistra a ruoli di marginalità e di estromissione istituzionale.
Personalmente, e credo in tanti di noi, siamo entrati in questo partito perché abbiamo avuto la percezione chiara di un percorso politico capace di generare quella legittimità diffusa e il sostegno convinto alla candidatura di un leader di sinistra in grado di ambire al governo il Paese. Senza ‘inciuci’, senza negoziazioni nelle segreterie dei partiti, senza mediazioni occulte, ma con la diretta ed esplicita espressione democratica di tutta la sinistra italiana, e dei movimenti di riferimento.
La frase di Vendola, che ad alcuni può apparire retorica, di una sinistra che ‘naviga in mare aperto’ alla ricerca di un’aggregazione di tutte le sinistre e di ampi strati della società civile, contiene invece un significato politico strategico, perchè si basa sul concetto di  inclusione di tutte le forze rinnovatrici e democratiche, e non sulla esclusione delle risorse necessarie a realizzare questo obiettivo.
E’  però anche evidente che questo messaggio non può fermarsi solo ad una enunciazione di percorso, seppur efficace e necessario, ma deve essere integrato ed accompagnato da un preciso programma politico, che dica per filo e per segno quale è la politica di questo partito, quali sono le risposte  che intende dare alle pressanti richieste che vengono dalla società e dal mondo del lavoro, quali sono le soluzioni che intende proporre per battere e sostituire questa destra al governo dell’Italia.
E’ una strada certo tortuosa e  irta di difficoltà, prima fra tutte le perplessità che, di volta in volta, si possono generare in quella che una volta veniva definita la base del partito. Ma se si tiene in dovuto conto che soluzioni diverse rischiano di rivelarsi ancora una volta fallimentari, allora si può anche pagare il prezzo di qualche risultato deludente a livello locale, se tutto ciò serve realmente a realizzare il disegno di una vera sinistra di governo, che attraverso lo strumento partecipato delle primarie è in grado di selezionare i suoi leader e la sua classe dirigente. E si può essere certi che alcune defezioni verificatesi durante le amministrative a favore di liste civiche e movimenti, col tempo verranno recuperate a favore di un risolutivo progetto di governabilità e di isituzionalizzazione della sinistra nel suo complesso.
Claudio Carli – SEL Caserta –

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