giovedì 28 novembre 2013
martedì 29 ottobre 2013
Impianto di selezione automatica RSU. Una proposta di SEL.
In questo video l'impianto di selezione e riciclo dei rifiuti che da mesi
propone SEL per la discarica di Taverna del Re. Consentirebbe di attenuare l'impatto sull'invaso e di guadagnare
dalla vendita di plastica, carta e da tutte le materie prime seconde che
possono rappresentare una risorsa, e che invece rischiano di finire bruciate in
un inceneritore.
Ci fa piacere che questa
proposta di SEL sia stata condivisa oggi anche dal Movimento Cinque Stelle,
come avvenuto a suo tempo sull'iniziativa SEL del reddito di cittadinanza.
Meglio tardi che mai.
martedì 16 luglio 2013
La vertenza contro le scelte antireferendarie del comune di Caserta arriva in Parlamento
Su richiesta del Comitato Acqua bene comune di Caserta,
il 17 giugno, il gruppo parlamentare del
Partito di Sinistra ecologia e libertà alla Camera dei Deputati, ha sottoposto
al Ministro dell’Ambiente, al Ministro delle Infrastrutture e a quello degli
Affari Regionali, una Interrogazione Parlamentare a risposta
scritta tesa ad avere tutti i chiarimenti necessari concernenti il corso più che discutibile e
antireferendario intrapreso dall’amministrazione casertana in tema di gestione dei servizi idrici, tanto
più preoccupante considerata l’area ad alta presenza di capitali illegali e
dove privatizzare rischia di significare, in concreto, la consegna ad ambigui
speculatori per molti anni della gestione di risorse essenziali.
L’Interrogazione Parlamentare, della quale si allega fotocopia, è stata
presentata dall’onorevole Arturo Scotto.
Il coinvolgimento diretto del Parlamento,
attraverso i suoi rappresentanti più coscienti, rappresenta solo un aspetto
delle iniziative politiche organizzate nella provincia di Caserta per merito dell’autodeterminazione popolare e
dei comitati che si autocostituiscono per organizzare la lotta contro il culto
ingiustificato del “privato è bello” in materia di governo dell’acqua. Il
peggioramento della vita dei cittadini si è venuto ad accentuare con le
sconsiderate scelte politiche privatistiche intraprese negli ultimi anni dai
partiti politici di destra, ma anche di centro sinistra, frutto di una
concezione neo-liberista dell’amministrazione pubblica. La privatizzazione
dell’acqua e le relative conseguenze per i cittadini, come nell’Ato3
sarnese-vesuviano della Campania, sono
un esempio lampante di queste conseguenze.
L’ Acqua è un bene pubblico, un diritto
naturale ed inalienabile dell’essere umano, quindi non può essere fatto oggetto di
speculazione e profitto. E’ inaccettabile che l’acqua diventi, come diceva Massimo
Troisi, “una cosa con cui invece di bere qualcuno ci mangia”.
Comitato acqua bene comune Caserta
mercoledì 3 luglio 2013
Vergognosa chiusura della Metropolitana di Aversa.
Così
Sinistra Ecologia e Libertà che attraverso l’esponente cittadino Aversano nonché
componente dell’Assemblea nazionale Gabriele Vedova definisce tardivo e
propagandistico l’intervento del sindaco di Aversa Sagliocco.
Rincara
la dose la federazione provinciale che attraverso il coordinatore Pietro Di
Sarno parla di reazione non pervenuta da parte di Zinzi al perpetuarsi degli
sfregi alla provincia di Caserta da parte della Regione Campania.
Zinzi
e Sagliocco fanno finta di non sapere che chi li sostiene è esattamente la stessa
maggioranza UDC-PDL che governa la nostra regione.
Su
questa filiera istituzionale hanno condotto tutte le campagne elettorali che si
sono susseguite dopo l’elezione di Caldoro.
Il
problema è che il nostro presidente è troppo impegnato a partecipare alle
inaugurazioni di facciata e non ha tempo per dare la giusta rappresentanza
politica al nostro territorio.
E’
assurdo che si possa arrivare ad annullare completamente un servizio primario.
E’ assurdo lasciare migliaia di cittadini in attesa su un marciapiede senza uno
straccio di informazione, senza prevedere navette straordinarie per raggiungere
il posto di lavoro.
Nell’era
del 2.0 e della città metropolitana l’agro aversano si allontana da Napoli fino
a renderla irraggiungibile per chi non ha la patente anche in virtù dei noti
problemi di FS e bus.
Sul
punto Sinistra Ecologia e Libertà ha già preparato una interrogazione
parlamentare volta a comprendere come il governo intenda offrire soccorso alla
Regione Campania per ripianare il debito dell’EAV affossata dalla fusione con
Circumvesuviana, Sepsa e Metrò Campania Nordest presentata da Caldoro come la
soluzione a tutti i mali del trasporto campano.
Comprendiamo
bene che questo problema non è sentito da coloro che sono abituati a
raggiungere il capoluogo con auto istituzionali con autista compreso.
Comprendiamo
bene che i problemi veri dei cittadini più in difficoltà si affrontano solo
quando consentono di recuperare un po’ di voti e fare la campagna elettorale.
Benissimo
la reazione dei sindaci dell’agro aversano sulla questione Indesit che crediamo
vada replicata anche sul problema metropolitana.
Tanti
sindaci insieme hanno molto più forza di un singolo partito, purtroppo ancora
troppo piccolo, per restituire ai cittadini quei diritti che dalle nostre parti
latitano da troppo tempo.
Nei prossimi giorni
organizzeremo inoltre, una class action per tutti quei cittadini che oltre al
danno hanno subito anche la beffa di aver pagato un abbonamento per un servizio
di cui non possono usufruire.
giovedì 13 giugno 2013
Un fulmine a ciel sereno sui Comuni e i cittadini, l’ennesimo.
Ennesima tegola sui cittadini della
provincia di Caserta: la Gisec spa
(società che gestisce gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti per conto
della Provincia di Caserta) fa sapere a tutti i Comuni della Provincia di
Caserta che il costo del conferimento della frazione differenziata dei rifiuti
per il 2013 sarà maggiorata di ben 35
euro a tonnellata. Il provvedimento è stato approvato il 29/05/2013
dall’assemblea della società, e non fa distinzione tra Comuni che attuano la
raccolta differenziata e quelli che non lo fanno. Tutti si vedranno aumentare
la bolletta.
E se
è possibile ancora più assurde appaiono le motivazioni a corredo del
provvedimento. L’aumento, infatti scaturirebbe dall’acquisto da parte della
Regione Campania dell’ inceneritore di Acerra, costruito dalla FIBE (Impregilo)
con gli incentivi del Cip6 (cioè il 7% delle bollette dell’energia elettrica
che dovrebbe servire a incentivare le fonti
rinnovabili) e acquistato dall’ Ente Regionale Campano al costo di 355
milioni di euro. I Campani insomma, avrebbero pagato per ben tre volte lo
stesso impianto.
Ma gli inceneritori non dovevano portare
beneficio anche economico ai
cittadini? E’ possibile che a dover
pagare gestioni scellerate siano i Comuni che saranno costretti a tassare
inevitabilmente ed in modo ulteriore i cittadini per non vedere bloccato il
servizio?
Oltretutto tale decisione cade in un
momento storico di forte crisi, oltremodo aggravato dall’introduzione da parte
del Governo Monti della Tares, che ha già costretto le Amministrazioni Comunali
a prevedere per il 2013 un aumento di 30 cent/mq sul servizio . I due aumenti
sommati produrranno una bolletta per il servizio rifiuti incredibilmente alta e
sicuramente insostenibile dalla maggioranza delle famiglie.
E c’e un terzo fattore da tenere in
considerazione: i Comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi di raccolta
differenziata (65% per il 2012) vedranno aumentare ulteriormente i costi dello
smaltimento del secco indifferenziato. Considerato che le Amministrazioni
locali per circa due anni si sono trovate tra due fuochi: da una parte un Cub
inefficiente che producendo continui disservizi ha pregiudicato le percentuali
di raccolta differenziata e dall’altro la Regione che imponeva di continuare a
gestire i rifiuti attraverso il carrozzone.
Ci attiveremo con ogni mezzo a nostra
disposizione all’interno delle istituzioni per capire da dove realmente arriva
tale decisione e per confrontarci al più presto con la Gisec e le Istituzioni
competenti.
Abbiamo già raccolto sul tema la
convergenza del PSI ed in particolare del consigliere regionale Oliviero ed
insieme promuoveremo una iniziativa pubblica, estendo l’invito a tutti gli
amministratori locali, per combattere uniti contro l’ennesima ingiustizia ai
danni dei cittadini di Terra di lavoro.
E’ tempo che nella nostra Provincia si
inverta totalmente la concezione dello smaltimento dei rifiuti e che questo
ciclo si adegui sempre più all’idea lanciata dalla proposta di legge Rifiuti
Zero per rendere tale servizio compatibile con le risorse del pianeta e per
ridurre drasticamente la percentuale dei rifiuti non riciclabile. “
Coordinamento Provinciale Amministratori
Sinistra Ecologia e Libertà
giovedì 6 giugno 2013
Interrogazione parlamentare sul rispetto della parità di genere
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00639
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 25 del 29/05/2013
Seduta di annuncio: 25 del 29/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/05/2013
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 29/05/2013
Destinatari
Ministero destinatario:
·
MINISTERO DELL'INTERNO
·
MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA', LO SPORT E LE POLITICHE GIOVANILI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 29/05/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00639
Interrogazione a risposta scritta 4-00639
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Mercoledì 29 maggio
2013, seduta n. 25
SCOTTO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità, lo
sport e le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:
Falciano del Massico è un piccolo centro (inferiore ai 5.000 abitanti) della provincia di Caserta, dove lo scorso anno si sono tenute le elezioni amministrative;
la lista vincente, di centro-destra, è risultata essere «Il Gabbiano», che sosteneva il dottor Giosuè Santoro per la carica di sindaco e che vedeva al suo interno solo candidature maschili al consiglio comunale;
la giunta varata dal sindaco Santoro risultava anch'essa composta da soli uomini;
un gruppo di donne di Falciano, unitamente alla coordinatrice regionale delle donne del PD, presentava quindi ricorso al Tar Campania contro il sindaco di Falciano del Massico, per violazione degli articoli 3, 4 e 51 della Costituzione, violazione e falsa applicazione dell'articolo 6 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 e violazione e falsa applicazione dell'articolo 1 del codice per le pari opportunità tra uomo e donna di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006;
il sindaco, ventiquattro ore prima della discussione in camera di consiglio del ricorso proposto contro i provvedimenti sindacali di nomina degli assessori, revocava la giunta comunale, presentandosi così all'udienza del Tar fissata il 26 settembre 2012 con le dimissioni della giunta, e portando così il tribunale a pronunciarsi conseguentemente con una sentenza di rito e di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, ed evitando in tal modo una decisione nel merito;
l'8 ottobre 2012, a seguito di una procedura di consultazione pubblica, il sindaco Santoro procedeva a rinominare gli assessori della precedente giunta;
la senatrice Annamaria Carloni a seguito di tali eventi produceva un'interrogazione ai Ministri per le pari opportunità e dell'interno (legislatura XVI atto di sindacato ispettivo n. 4-08828 pubblicato il 5 dicembre 2012 nella seduta n. 850) a cui non è pervenuta risposta;
lo stesso gruppo di cittadine di Falciano hanno portato avanti la loro battaglia inoltrando un ricorso straordinario al Capo dello Stato per ottenere l'annullamento del decreto sindacale dell'8 ottobre 2012;
il comune, avvalendosi delle facoltà previste dalla normativa vigente, ha chiesto di procedere nel giudizio presso il Tar Campania, dove a breve sarà fissata l'udienza;
in data 25 maggio 2013 le ricorrenti inviavano lettera al Dipartimento per le pari opportunità, chiedendo che si intervenga prontamente sui fatti narrati;
l'atteggiamento e le scelte del sindaco Santoro, prima nella formazione della lista che lo ha sostenuto alle elezioni amministrative e poi nella nomina della giunta comunale, appaiono all'interrogante in palese violazione delle normative vigenti riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna;
il sindaco Santoro si è chiaramente sottratto al giudizio del Tar Campania revocando la giunta poche ore prima dell'udienza in camera di consiglio e rinominandola poi al completo, poche settimane dopo, con gli stessi assessori;
il sindaco, prima di rinominare gli stessi uomini che avevano composto la giunta appena dimessasi, avviava una consultazione pubblica al termine della quale con una delibera affermava che «a Falciano del Massico non ci sono donne che possono ricoprire la carica assessorile» –:
quali iniziative di competenza, anche normative, si intendano adottare affinché sia assicurato il rispetto della parità di genere nella gestione della res publica nei comuni al fine di evitare che si verifichino casi come quello di Falciano del Massico. (4-00639)
Falciano del Massico è un piccolo centro (inferiore ai 5.000 abitanti) della provincia di Caserta, dove lo scorso anno si sono tenute le elezioni amministrative;
la lista vincente, di centro-destra, è risultata essere «Il Gabbiano», che sosteneva il dottor Giosuè Santoro per la carica di sindaco e che vedeva al suo interno solo candidature maschili al consiglio comunale;
la giunta varata dal sindaco Santoro risultava anch'essa composta da soli uomini;
un gruppo di donne di Falciano, unitamente alla coordinatrice regionale delle donne del PD, presentava quindi ricorso al Tar Campania contro il sindaco di Falciano del Massico, per violazione degli articoli 3, 4 e 51 della Costituzione, violazione e falsa applicazione dell'articolo 6 del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 e violazione e falsa applicazione dell'articolo 1 del codice per le pari opportunità tra uomo e donna di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006;
il sindaco, ventiquattro ore prima della discussione in camera di consiglio del ricorso proposto contro i provvedimenti sindacali di nomina degli assessori, revocava la giunta comunale, presentandosi così all'udienza del Tar fissata il 26 settembre 2012 con le dimissioni della giunta, e portando così il tribunale a pronunciarsi conseguentemente con una sentenza di rito e di improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, ed evitando in tal modo una decisione nel merito;
l'8 ottobre 2012, a seguito di una procedura di consultazione pubblica, il sindaco Santoro procedeva a rinominare gli assessori della precedente giunta;
la senatrice Annamaria Carloni a seguito di tali eventi produceva un'interrogazione ai Ministri per le pari opportunità e dell'interno (legislatura XVI atto di sindacato ispettivo n. 4-08828 pubblicato il 5 dicembre 2012 nella seduta n. 850) a cui non è pervenuta risposta;
lo stesso gruppo di cittadine di Falciano hanno portato avanti la loro battaglia inoltrando un ricorso straordinario al Capo dello Stato per ottenere l'annullamento del decreto sindacale dell'8 ottobre 2012;
il comune, avvalendosi delle facoltà previste dalla normativa vigente, ha chiesto di procedere nel giudizio presso il Tar Campania, dove a breve sarà fissata l'udienza;
in data 25 maggio 2013 le ricorrenti inviavano lettera al Dipartimento per le pari opportunità, chiedendo che si intervenga prontamente sui fatti narrati;
l'atteggiamento e le scelte del sindaco Santoro, prima nella formazione della lista che lo ha sostenuto alle elezioni amministrative e poi nella nomina della giunta comunale, appaiono all'interrogante in palese violazione delle normative vigenti riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna;
il sindaco Santoro si è chiaramente sottratto al giudizio del Tar Campania revocando la giunta poche ore prima dell'udienza in camera di consiglio e rinominandola poi al completo, poche settimane dopo, con gli stessi assessori;
il sindaco, prima di rinominare gli stessi uomini che avevano composto la giunta appena dimessasi, avviava una consultazione pubblica al termine della quale con una delibera affermava che «a Falciano del Massico non ci sono donne che possono ricoprire la carica assessorile» –:
quali iniziative di competenza, anche normative, si intendano adottare affinché sia assicurato il rispetto della parità di genere nella gestione della res publica nei comuni al fine di evitare che si verifichino casi come quello di Falciano del Massico. (4-00639)
mercoledì 10 aprile 2013
martedì 19 febbraio 2013
Un voto per la svolta
Vent’anni di governo della destra populista hanno messo in ginocchio l’Italia. Hanno distrutto legami sociali, impoverito le persone, rapinato le risorse
economiche e naturali, garantito i grandi
poteri, imbavagliato e depotenziato ogni forma di opposizione democratica. La sistematica
distruzione
del sistema di welfare e di quello dell’istruzione e della conoscenza stanno
ipotecando
seriamente il nostro comune futuro. Anche in Europa ci siamo allineati al pensiero unico dei grandi poteri economico
finanziari,
che sta disgregando l’Unione
e strangolando interi Paesi.
Per questo c’è bisogno di un cambiamento radicale, che rimetta al centro dell’agenda politica i
principi fondamentali della nostra Costituzione e i diritti che garantisce a tutti i cittadini e le
cittadine:
l'uguaglianza, il lavoro, il reddito, la sicurezza sociale, i diritti sociali, civili e culturali, la
responsabilità sociale delle imprese, la difesa dell’ambiente,
l’equità e la partecipazione attiva dei
cittadini. Dobbiamo
costruire un nuovo modello di sviluppo
equo e sostenibile.
L’Arci, associazione di promozione sociale e culturale, ha continuato a svolgere in questi anni difficili il ruolo di animatore dei territori,
promuovendo socialità e partecipazione. Ha messo in
campo iniziativa politica ed
elaborazione culturale. Ha
lavorato con altre organizzazioni del terzo
settore, reti e movimenti sociali, sindacati ed enti locali, per costruire un’alternativa alla deriva populista. Il nostro progetto associativo si propone di dare voce a chi non ce l'ha e offrire alle
persone l'opportunità di essere
protagoniste in prima persona della costruzione di un mondo
migliore.
Con l’autonomia che ha sempre caratterizzato la nostra iniziativa,
all'appuntamento elettorale del 24 e 25 febbraio, il cui esito sarà decisivo per garantire al paese la svolta di cui c'è drammaticamente bisogno, l’ARCI ha invitato tutti e tutte ad un impegno
straordinario per sostenere i partiti del centro-sinistra. Lo faremo promuovendo iniziative, incontri di approfondimento e
conoscenza sui temi
che
ci stanno a cuore, coinvolgendo il maggior numero
di cittadini in un confronto costante con le forza
politiche, sostenendo in particolare i
candidati e le
candidate che sono espressione della
nostra associazione.
Io stesso, in qualità di presidente provinciale
dell’ARCI Caserta ho sentito il bisogno di impegnarmi in prima persona per
sostenere il programma della coalizione di Centrosinistra ‘Italia Bene Comune’,
candidandomi al Senato nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà. Una scelta che
mira ad affermare, dopo decenni di emarginazione della sinistra dalle scelte strategiche,
quei principi che rendono civile un paese, e che si basano sulla dignità del
lavoro. la solidarietà sociale, la lotta alle mafie e al razzismo, la
valorizzazione della scuola, la ricerca e l’università, la tutela dell’ambiente
e dei beni comuni, il riconoscimento di diritti oramai patrimonio diffuso dell’Europa comunitaria.
Il voto di domenica e lunedì può
consentire di avere una sinistra di governo, con un programma concreto di
riforme, per dare finalmente risposte alle esigenze di milioni di italiani
rimasti in questi anni senza alcuna rappresentanza politica.
Biagio Napolano – Presidente
provinciale ARCI Caserta
Candidato al Senato – Campania 2 – Sinistra
Ecologia Libertà
giovedì 14 febbraio 2013
Il cambiamento è a “SINISTRA”
La mia è una candidatura
territoriale, del “Litorale Domitio”, dimenticato e dilaniato da chi l’ha
considerato solo come un bacino elettorale da cui attingere voti.
Il disagio è incombente e
tangibile. I giovani, le famiglie, i disoccupati di questo territorio avvertono
la stanchezza e qualche volta sperimentano la rassegnazione.
Noi possiamo essere il
supporto per una vera azione di riscatto partendo da tre punti fondamentali:
Risorse, Tutela e Sviluppo.
L’agricoltura è una di
queste. Essa, attraverso l’etichettatura di origine degli alimenti, deve
tutelare i prodotti locali e introdurli nel mercato OGM free.
Il futuro di una nuova
economia viene attuata attraverso gli incentivi all’occupazione e
all’imprenditorialità dei giovani. Ciò vuol dire: piani strategici pensati e
studiati con il Governo attraverso la partecipazione attiva, beni immobili
demaniali, sgravi fiscali, incentivi per le assunzioni soprattutto di giovane
manodopera locale ed straniera che siano, questi ultimi non solo manodopera ma
portatori di diritti.
L’attuale situazione degli
migranti è difficilissima non solo per loro stessi ma anche per i riflessi sul
contesto sociale. Bisogna quindi arrivare ad una giusta forma di cooperazione e
integrazione che preveda l’abolizione dei CIE (centri di identificazione), permessi
di soggiorno temporaneo, il riconoscimento della cittadinanza e di tutti i
diritti ai bambini figli di immigrati ma nati in Italia.In questo modo possiamo
sconfiggere la cultura xenofoba.
Altra risorsa fondamentale è
la Cultura: i nostri musei, gli innumerevoli beni architettonici vincolati e da
vincolare, biblioteche, teatri e siti UNESCO.
I beni culturali hanno
bisogno di forme di investimento mirate per rilanciare nel mondo la nostra
millenaria cultura.
I nostri centri storici
abbandonati all’incuria e al disinteresse sono la nostra identità, vanno
tutelati e recuperati perché diventino il centro propulsivo di una nuova vita
economica e sociale.
La conoscenza del patrimonio ambientale e
culturale, la sua tutela e il successivo sviluppo che ne consegue sono
occasione di ricezione turistica e, quindi, di lavoro. Infatti questo permette
di formare addetti al settore: archivisti, archeologici, addetti museali,
manager culturali ecc. Occorre contrastare la cementificazione selvaggia
Vogliamo tutelare la nostra
terra umiliata dalla criminalità, dall’abusivismo e dall’incuria e vogliamo
farlo attraverso la legalità ed un’azione legislativa incisiva.
Siamo convinti che attraverso
una “buona politica”, che sa farsi carico di un progetto di società, che pensi
e pratichi se stessa dentro i luoghi dei bisogni reali dei cittadini,
lasciandosi alle spalle quei privilegi che l’hanno snaturata e dilaniata, sia
possibile cambiare le sorti dei nostri martoriati territori ridando futuro e
speranza a tutti noi.
Antonio Patalano - Architetto
Candidato alla Camera dei
Deputatati Caserta 2
Istruzione e ricerca sono priorità del Paese
C’è oggi nel nostro Paese, in dimensioni
decisamente maggiori rispetto agli altri, una vera e propria emergenza
educativa, sociale, culturale e occupazionale che riguarda i giovani e il loro
futuro.
Nei prossimi dieci anni l’Unione europea è
impegnata a raggiungere alcuni obiettivi essenziali: triplicare gli
investimenti nella ricerca, raggiungere il 40% dei laureati nella fascia di età
30-34 anni, dimezzare la dispersione scolastica e migliorare gli esiti di
apprendimento, raddoppiare il numero degli adulti in formazione, raggiungere il
33% di bambini nei servizi educativi per l’infanzia.
Fino ad oggi il nostro paese non ha superato il gap
negli investimenti in conoscenza che lo divide dai paesi più sviluppati e non
ha realizzato riforme utili a innalzare
i livelli di inclusione e la qualità
dei sistemi della conoscenza.
Si è così prodotto un epocale disinvestimento,
economico e politico, nei sistemi di istruzione, formazione e ricerca che
acuisce la divisione dei cittadini sulla base delle disponibilità economiche,
dell’appartenenza sociale, culturale, etnica e territoriale.
In questo quadro i sistemi pubblici rischiano di
assumere una funzione residuale: istruzione e formazione pubblica per coloro
che non possono permettersi percorsi di qualità a pagamento e ricercatori
costretti a trovare occupazione all’estero.
Tutto ciò sta allontanando l’Italia da quei paesi che, con lungimiranza, considerano, invece, la conoscenza l’elemento su cui puntare per
uscire dalla crisi.
E’ necessario, quindi, arrestare questa china, aumentando
gli investimenti in istruzione, formazione e ricerca, adeguandoli
velocemente agli standard europei. Il sapere è, infatti, volano decisivo
per affermare un nuovo modello di
sviluppo, alternativo alle logiche neo-liberiste fino ad oggi egemoni.
Istruzione, formazione e ricerca assumono, quindi,
un ruolo decisivo all’interno di un moderno concetto di cittadinanza e di
programmazione economica e, in questa prospettiva, il lavoro cognitivo
riacquista senso, dignità e valore.
I valori fondamentali della Costituzione devono
guidare le necessarie riforme dei sistemi della
conoscenza: il sapere come diritto essenziale per l’esercizio della
cittadinanza attiva, la scuola pubblica come fattore primario di inclusione e
di mobilità sociale, la libertà di insegnamento e di ricerca, la laicità sono i punti di
riferimento delle trasformazioni da realizzare.
La conoscenza, in quanto bene comune, deve
costituire la base del progetto di
rinnovamento sociale e di ricostruzione democratica ed etica del nostro Paese.
Occorre fare spazio alle nuove generazioni ed è
necessaria la “ripubblicizzazione” dei sistemi della conoscenza.
Ripubblicizzazione intesa come riappropriazione
collettiva dei processi formativi e come nuova assunzione condivisa di
responsabilità da parte dell’intera comunità e di tutti i soggetti che vivono
la scuola, l’Università e gli enti di ricerca.
Democrazia, partecipazione, rispetto della persona,
delle differenze e comprensione dell’altro sono valori che vanno riaffermati
e trasmessi alle future generazioni, per
costruire “un mondo migliore di quello che abbiamo trovato”.
Per questo
occorre ridefinire finalità, ruolo e funzioni dei sistemi
pubblici della conoscenza, attualizzandone la funzione sociale nell’ottica della
costruzione di un nuovo modello di sviluppo fondato sulla solidarietà e
giustizia e sulla sostenibilità ambientale.
Occorre
costruire un nuovo sistema di welfare universale in grado di assicurare
sia il diritto allo studio e l'accesso ai saperi, rimuovendo le disuguaglianze
economiche e sociali di partenza, sia la continuità del reddito come fondamento
dell'autonomia sociale per il superamento della precarietà lavorativa ed
esistenziale delle giovani generazioni.
Il superamento di ogni forma di precarietà è
presupposto per la reale garanzia della libertà di insegnamento e di ricerca ed
è fattore decisivo per la qualità dei sistemi, unitamente all’autonomia
sociale, alle retribuzioni adeguate e alla certezza dei diritti del lavoro.
La conoscenza è strumento fondamentale per la
crescita personale, il superamento delle disuguaglianze e la qualificazione del modello di sviluppo del paese.
Ridare futuro, speranza e fiducia al paese (come
indica l’ultimo Rapporto Censis) è la
priorità.
La conoscenza è lo strumento per farlo.
Domenico Tescione
Candidato alla Camera Campania 2 per Sinistra
Ecologia e Libertà
martedì 29 gennaio 2013
sabato 26 gennaio 2013
Comunicato Stampa
Nella mattina di oggi, 26
gennaio, presso la sede di Caserta della Federazione Provinciale di Sinistra
Ecologia e Libertà, si è tenuta l’annunciata conferenza stampa di presentazione
dei candidati casertani alla Camera e al Senato nelle prossime elezioni
politiche.
Oltre ai vari candidati e
attivisti del movimento di Vendola, erano presenti il Coordinatore provinciale
Pietro Di Sarno e il Coordinatore cittadino del Circolo di Caserta Lorenzo
Riviello.
Pietro di Sarno ha tenuto in apertura a sottolineare che con
il prossimo appuntamento elettorale SEL, nato appena tre anni fa, porta a
compimento il suo percorso politico, che è quello di portare in Parlamento una
sinistra con vocazione maggioritaria e di governo, in grado di dare concretezza
ad istanze ed esigenze sociali che le passate esperienze minoritarie e
frazionistiche avevano avvilito e rese evanescenti.
Su molti temi, come quello del
reddito minimo garantito, da tempo portato avanti da questa federazione, Di Sarno ha considerato positivamente il
fatto che lo stesso PD, per bocca del suo Segretario Bersani, ha fatto propria
l’istanza di avviare un percorso legislativo in grado di introdurre un salario
sociale minimo contro le precarietà e a sostegno delle fasce emarginate dai processi
produttivi.
Annunciando poi la presenza di
Vendola per il giorno 31 gennaio a Caserta al Teatro Izzo, Di Sarno considera
rilevante il fatto che il leader di SEL abbia voluto iniziare proprio da
Caserta la campagna elettorale, e si sia candidato capolista a Campania 2. Un
messaggio di impegno politico a favore di una Regione e una provincia
angustiata da molteplici e gravi problematiche, in particolare occupazionali e
di devastazione ambientale, che fanno ben sperare che nell’agenda politica del
prossimo governo di centro-sinistra i drammi e le criticità di questa provincia
possano trovare un posto prioritario.
Una provincia, quella di Caserta,
dove la tanto strombazzata filiera istituzionale di centro-destra, è stata in grado di fare solo annunci e vuoti proclami, senza procedere a
nessuna risoluzione dei tanti mali presenti. Una provincia dove è necessario
che il problema della bonifica
ambientale passi dalla fase di progetto a quella della operatività, e dove il
contrasto tra salute e lavoro, non meno che a Taranto, trova qui da noi un
esempio eclatante nella realizzazione del Policlinico, connesso al contesto
delle cave e della bonifica di Lo Uttaro.
Nel chiudere il suo interno il
coordinatore provinciale di SEL ha rimarcato che la scelta dei candidati
avvenuta tramite le primarie privilegia uomini e donne da anni impegnate sui
temi sociali e di riscatto dei nostri
territori, ed ha come comune denominatore quello di consentire il successo di
un partito che avrà molto da dire e da fare nel prossimo parlamento nazionale.
Lorenzo Riviello, dal canto suo,
ha rimarcato lo spirito delle candidature che, a prescindere dai nomi e dalle
localizzazioni provinciali, persegue l’unico obiettivo di privilegiare le idee,
i programmi e la capacità realizzativa degli stessi, senza personalismi e
antagonismi, come invece si è verificato in quasi tutte le altre liste di partito.
Federazione Provinciale Sinistra
Ecologia e Libertà - Caserta
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