giovedì 14 febbraio 2013

Istruzione e ricerca sono priorità del Paese


C’è oggi nel nostro Paese, in dimensioni decisamente maggiori rispetto agli altri, una vera e propria emergenza educativa, sociale, culturale e occupazionale che riguarda i giovani e il loro futuro.
Nei prossimi dieci anni l’Unione europea è impegnata a raggiungere alcuni obiettivi essenziali: triplicare gli investimenti nella ricerca, raggiungere il 40% dei laureati nella fascia di età 30-34 anni, dimezzare la dispersione scolastica e migliorare gli esiti di apprendimento, raddoppiare il numero degli adulti in formazione, raggiungere il 33% di bambini nei servizi educativi per l’infanzia.
Fino ad oggi il nostro paese non ha superato il gap negli investimenti in conoscenza che lo divide dai paesi più sviluppati e non ha  realizzato riforme utili a innalzare i livelli di inclusione e la qualità  dei  sistemi della conoscenza.
Si è così prodotto un epocale disinvestimento, economico e politico, nei sistemi di istruzione, formazione e ricerca che acuisce la divisione dei cittadini sulla base delle disponibilità economiche, dell’appartenenza sociale, culturale, etnica e territoriale.
In questo quadro i sistemi pubblici rischiano di assumere una funzione residuale: istruzione e formazione pubblica per coloro che non possono permettersi percorsi di qualità a pagamento e ricercatori costretti a trovare occupazione all’estero.
Tutto ciò sta allontanando l’Italia  da quei paesi che, con  lungimiranza, considerano, invece, la  conoscenza l’elemento su cui puntare per uscire dalla crisi.
E’ necessario, quindi, arrestare questa china, aumentando gli investimenti in istruzione, formazione e ricerca, adeguandoli velocemente agli standard europei. Il sapere è, infatti, volano decisivo per  affermare un nuovo modello di sviluppo, alternativo alle logiche neo-liberiste fino ad oggi egemoni.
Istruzione, formazione e ricerca assumono, quindi, un ruolo decisivo all’interno di un moderno concetto di cittadinanza e di programmazione economica e, in questa prospettiva, il lavoro cognitivo riacquista senso, dignità e valore.
I valori fondamentali della Costituzione devono guidare le necessarie riforme dei sistemi della  conoscenza: il sapere come diritto essenziale per l’esercizio della cittadinanza attiva, la scuola pubblica come fattore primario di inclusione e di mobilità sociale, la libertà di insegnamento e  di ricerca, la laicità sono i punti di riferimento delle trasformazioni da realizzare.
La conoscenza, in quanto bene comune, deve costituire  la base del progetto di rinnovamento sociale e di ricostruzione democratica ed etica del nostro Paese. Occorre fare spazio alle nuove generazioni ed è  necessaria la “ripubblicizzazione” dei sistemi della conoscenza.
Ripubblicizzazione intesa come riappropriazione collettiva dei processi formativi e come nuova assunzione condivisa di responsabilità da parte dell’intera comunità e di tutti i soggetti che vivono la scuola, l’Università e gli enti di ricerca. 
Democrazia, partecipazione, rispetto della persona, delle differenze e comprensione dell’altro sono valori che vanno riaffermati e  trasmessi alle future generazioni, per costruire “un mondo migliore di quello che abbiamo trovato”. 
Per questo occorre  ridefinire  finalità, ruolo e funzioni dei sistemi pubblici della conoscenza, attualizzandone la funzione sociale nell’ottica della costruzione di un nuovo modello di sviluppo fondato sulla solidarietà e giustizia e sulla sostenibilità ambientale.
Occorre  costruire un nuovo sistema di welfare universale in grado di assicurare sia il diritto allo studio e l'accesso ai saperi, rimuovendo le disuguaglianze economiche e sociali di partenza, sia la continuità del reddito come fondamento dell'autonomia sociale per il superamento della precarietà lavorativa ed esistenziale delle giovani generazioni.
Il superamento di ogni forma di precarietà è presupposto per la reale garanzia della libertà di insegnamento e di ricerca ed è fattore decisivo per la qualità dei sistemi, unitamente all’autonomia sociale, alle retribuzioni adeguate e alla certezza dei diritti del lavoro.
La conoscenza è strumento fondamentale per la crescita personale, il superamento delle disuguaglianze e  la qualificazione del modello di sviluppo del paese.
Ridare futuro, speranza e fiducia al paese (come indica l’ultimo Rapporto Censis)  è la priorità. 
La conoscenza è lo strumento per farlo.
Domenico Tescione 
Candidato alla Camera Campania 2 per Sinistra Ecologia e Libertà

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