“Sinistra Ecologia Libertà di Terra di lavoro aderisce a “il nostro tempo è adesso”, giornata nazionale contro la precarietà che, domani 9 aprile, vedrà coinvolte le piazze di tutte le più importanti città italiane. Dire no alla precarietà significa battersi per i tanti diritti oggi negati alle giovani generazioni. Significa battersi per un’intera generazione che chiede di riscattarsi, perché il tema del lavoro, quello vero e stabile, garantito dalla costituzione, torni ad essere la priorità del Paese.”
Così Pietro Di Sarno, coordinatore provinciale del partito di Vendola che rilancia: “Un paese che non investe in formazione, che taglia i fondi alla ricerca, alla cultura e alla scuola pubblica, è un Paese che si condanna ad un declino certo. Un paese destinato ad invecchiare come i suoi governanti. Non è certo necessario leggere le ultime statistiche, che riferiscono di dati allarmanti secondo i quali, ad esempio, gran parte dei lavoratori precari dei call center hanno laurea e master, per comprendere la condizione dei giovani in Italia. La precarietà non è più solo una condizione economica, è diventato un status mentale, una condizione esistenziale che coinvolge e sconvolge persino la dimensione degli affetti, anch’essi sempre più precari. Essere giovane oggi significa ad esempio dover abbandonare le certezze di chi ci ha preceduto, secondo le quali ad una certa età anagrafica corrispondeva di solito un’autonomia, economica e familiare. Nel nostro Paese oggi nulla può essere sufficiente a garantirti un futuro di stabilità, neanche un’elevata formazione.”
“In un contesto così desolante, dove siamo costretti a leggere quotidianamente di neo laureati pagati mille euro al mese come netturbini, la situazione della Campania e di Terra di lavoro in particolare è, se possibile, ancor più tragica. Qui, ad aggravare il tutto, c’è anche la camorra, che con i suoi soprusi quotidiani e con la sua presenza capillare in qualsiasi attività produttiva, impoverisce un territorio già ampiamente mortificato da piccole e grandi quotidiane collusioni e silenzi. Qui da noi la lotta alla precarietà è l’unico modo per lottare contro la camorra, spesso ultima tragica spiaggia per chi, con famiglia a carico, non arriva più neanche alla terza settimana del mese.”
“Domani saremo in piazza – conclude Di Sarno – per portare le nostre storie, le storie di tanti, giovani e meno giovani, che ancora non si rassegnano all’idea di fuggire, di scappare da un territorio ormai desertificato. Perché la nostra voce possa essere ascoltata e tornare al centro del dibattito.”
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