“La camorra ha da tempo dichiarato guerra ai nostri territori, bombardando ed inquinando i nostri campi, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, trasformando la terra felix in terra di gomorra. E’ il momento che la politica faccia da argine a tutto ciò rendendosi impermeabile. Con atti concreti, trasparenti e verificabili. Qui, in Terra di Lavoro, la camorra ha sempre condizionato l’esito delle elezioni prima e le scelte politiche poi, ed è pronta ad esercitare il proprio peso anche nelle prossime amministrative. Costituirsi parte civile, nel processo che vede imputato il coordinatore regionale PDL Nicola Cosentino, è un atto politico tanto inusuale quanto dovuto, visto che è la Costituzione a sancire il ruolo centrale che, nella nostra democrazia, è attribuito ai partiti”.
Ad affermarlo è Pietro Di Sarno, coordinatore provinciale del partito di Vendola, presente questa mattina, con il neo segretario regionale Arturo Scotto, dinanzi al tribunale di S. Maria Capua Vetere. “La nostra presenza dinanzi a questo tribunale – rilancia Di Sarno – non è il sintomo di una deriva giustizialista ad personam. Oggi non siamo certo qui per invocare la condanna dell’imputato Cosentino. Saranno giudici e magistrati, almeno finchè gliene sarà data la possibilità, a stabilire la verità processuale di una vicenda tanto grave. Siamo qui a testimoniare, invece, la grave anomalia di un Paese dove un politico, sotto processo per concorso esterno in associazione camorristica, può ricoprire il ruolo di punta nel maggior partito al governo della regione più grande del mezzogiorno d’Italia. Siamo qui a rappresentare quella voglia di cambiamento reale che la politica deve incarnare, a partire dalle regole che ogni giorno si dà e che troppo spesso riguardano esclusivamente l’incremento delle proprie retribuzioni.”
Purtroppo – continua Di Sarno – sembra si sia ormai persa la capacità di indignarsi, persino di stupirsi, mentre i nostri territori continuano a perder colpi rispetto al resto d’Europa, dove, per molto meno, si assiste a veri e propri terremoti politici. Cose che in Italia fanno sorridere. Perché – si chiede il leader dei Vendoliani – un normale cittadino che fa domanda per un qualsiasi concorso pubblico deve dimostrare, ad esempio, di non aver processi penali in corso e di non aver commesso reati contro la Pubblica Amministrazione e chi invece si avvicina alla politica, ad un partito politico, non ha nulla da dimostrare, pur se l’evidenza dei fatti a volte parla da sola? Eppure la politica, almeno nella concezione originaria, dovrebbe sovrintendere ad ogni attività e dunque essere sottoposta a regole di selezione molto più stringenti di ogni altro ambito. E’ un principio semplice che la politica stessa, o parte di essa, però continua ad ignorare. Ecco perché – conclude Di Sarno – rilanciamo, a partire dalla prossima tornata di amministrative, e in particolare da Caserta, capoluogo di terra di lavoro, la necessità che tutti i partiti adottino il codice etico di autoregolamentazione elettorale che oggi presenteremo ufficialmente. Un atto concreto ed importante dunque, che auspichiamo sia preso ad esempio ed adottato dall’intera classe politica casertana.”
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