«L’Associazione “Jerry Masslo” di Casal di Principe sta morendo per un debito di 14.000 euro, nella totale indifferenza delle istituzioni locali, nonostante sia creditrice di molte decine di migliaia di euro dalla Regione Campania per attività assegnate e svolte negli anni passati». Così esordisce Renato Natale, presidente dell’Associazione di volontariato da più di due decenni impegnata a offrire assistenza sanitaria e sostegno a tutti i cittadini, nella più generale ottica della promozione dell’uomo e dei suoi diritti di cittadinanza, senza distinzione di razza, sesso e religione, contattato telefonicamente da Gianni Cerchia, Coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, per esprimere la solidarietà e la vicinanza della Federazione Sel di Caserta, da sempre in prima linea per la difesa di realtà, come la Masslo, che arricchiscono il territorio con consistenti ricadute sociali e culturali.
«La vicenda della Masslo – afferma Cerchia – segnala l’incapacità della Provincia e della Regione di rispondere alle esigenze del territorio, eliminando dall’agenda politica temi cruciali quali l’immigrazione, l’assistenza sanitaria ai meno abbienti e la promozione dei valori della solidarietà e dell’accoglienza che costituiscono l’humus culturale del nostro territorio; il tutto in uno scenario di costante sottovalutazione delle politiche sociali da parte della Giunta Caldoro, protagonista di una vera e propria devastazione del welfare regionale».
L’amministrazione Caldoro manifesta, peraltro, una ormai cronica incapacità di spendere i fondi stanziati dall’Unione europea. In particolare, la “Jerry Masslo” soffre delle inadempienze degli assessorati alla Sanità e al Lavoro, da cui aspetta di incassare fondi spesi per la realizzazione di diversi progetti. Insomma, la Masslo, fiore all’occhiello del nostro territorio e modello da esportare, rischia di scomparire perché non ha la fortuna di appartenere al cerchio magico degli ‘amici degli amici’, che assicura contributi pubblici facilmente riscontrabili in termini di preferenze elettorali, ma anche perché quello che pratica da 25 anni è un lavoro scomodo, di cui pure tutti beneficiamo in termini di vivibilità, convivenza civile e salute pubblica. Forse, però, incoraggiare quel lavoro significherebbe, per alcuni, rendere più difficile speculare sulle sacche di razzismo e di povertà ancora presenti nei nostri territori.
«Come Sel – afferma Gabriele Vedova, Responsabile Welfare della Federazione Sel Caserta – oltre a chiedere con forza un intervento deciso del Governo nazionale, che ridia valore e speranza a esperienze come quella della “Jerry Masslo”, assicuriamo un impegno concreto dei nostri parlamentari al fianco dei volontari dell’Associazione. Il nostro è un impegno fattivo per consentire, innanzitutto, all’Associazione di continuare a vivere e svolgere il prezioso lavoro che da 25 anni onora la nostra provincia, da sempre terra di accoglienza e solidarietà».
Sotto questo aspetto, non possiamo non esprimere il disagio nel leggere, in questi giorni, le dichiarazioni di esponenti politici locali e provinciali, che pure al governo nazionale fanno riferimento, dai quali ci si aspetterebbe un impegno maggiore rispetto ai soliti e vuoti attestati di mera solidarietà.
«D’altra parte – conclude Cerchia – con l’approssimarsi del venticinquesimo anniversario della morte di Jerry Masslo (il cittadino sudafricano, giunto nel nostro Paese per sfuggire alle persecuzioni razziali allora vigenti in Sudafrica, assassinato nel 1989 nel corso di una rapina a Villa Literno) sarebbe auspicabile riportare, proprio come accadde nell’89, al centro della discussione politica nazionale e locale il tema dell’immigrazione, rispetto al quale oggi scontiamo l’onta di una legge come la Bossi-Fini, e dei diritti di cittadinanza, non ritenendo più procrastinabile un provvedimento che assicuri ai figli di immigrati nati in Italia il diritto di essere cittadini italiani».
«La vicenda della Masslo – afferma Cerchia – segnala l’incapacità della Provincia e della Regione di rispondere alle esigenze del territorio, eliminando dall’agenda politica temi cruciali quali l’immigrazione, l’assistenza sanitaria ai meno abbienti e la promozione dei valori della solidarietà e dell’accoglienza che costituiscono l’humus culturale del nostro territorio; il tutto in uno scenario di costante sottovalutazione delle politiche sociali da parte della Giunta Caldoro, protagonista di una vera e propria devastazione del welfare regionale».
L’amministrazione Caldoro manifesta, peraltro, una ormai cronica incapacità di spendere i fondi stanziati dall’Unione europea. In particolare, la “Jerry Masslo” soffre delle inadempienze degli assessorati alla Sanità e al Lavoro, da cui aspetta di incassare fondi spesi per la realizzazione di diversi progetti. Insomma, la Masslo, fiore all’occhiello del nostro territorio e modello da esportare, rischia di scomparire perché non ha la fortuna di appartenere al cerchio magico degli ‘amici degli amici’, che assicura contributi pubblici facilmente riscontrabili in termini di preferenze elettorali, ma anche perché quello che pratica da 25 anni è un lavoro scomodo, di cui pure tutti beneficiamo in termini di vivibilità, convivenza civile e salute pubblica. Forse, però, incoraggiare quel lavoro significherebbe, per alcuni, rendere più difficile speculare sulle sacche di razzismo e di povertà ancora presenti nei nostri territori.
«Come Sel – afferma Gabriele Vedova, Responsabile Welfare della Federazione Sel Caserta – oltre a chiedere con forza un intervento deciso del Governo nazionale, che ridia valore e speranza a esperienze come quella della “Jerry Masslo”, assicuriamo un impegno concreto dei nostri parlamentari al fianco dei volontari dell’Associazione. Il nostro è un impegno fattivo per consentire, innanzitutto, all’Associazione di continuare a vivere e svolgere il prezioso lavoro che da 25 anni onora la nostra provincia, da sempre terra di accoglienza e solidarietà».
Sotto questo aspetto, non possiamo non esprimere il disagio nel leggere, in questi giorni, le dichiarazioni di esponenti politici locali e provinciali, che pure al governo nazionale fanno riferimento, dai quali ci si aspetterebbe un impegno maggiore rispetto ai soliti e vuoti attestati di mera solidarietà.
«D’altra parte – conclude Cerchia – con l’approssimarsi del venticinquesimo anniversario della morte di Jerry Masslo (il cittadino sudafricano, giunto nel nostro Paese per sfuggire alle persecuzioni razziali allora vigenti in Sudafrica, assassinato nel 1989 nel corso di una rapina a Villa Literno) sarebbe auspicabile riportare, proprio come accadde nell’89, al centro della discussione politica nazionale e locale il tema dell’immigrazione, rispetto al quale oggi scontiamo l’onta di una legge come la Bossi-Fini, e dei diritti di cittadinanza, non ritenendo più procrastinabile un provvedimento che assicuri ai figli di immigrati nati in Italia il diritto di essere cittadini italiani».
22 Gennaio 2014
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